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Francis Bacon

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Francis Bacon: la vita, la tecnica e lo stile

Francis Bacon nasce il 28 Ottobre 1909 a Dublino, secondo di cinque figli. Suo padre Edward, a suo dire un discendente di Sir Francis Bacon, filosofo e cancelliere d’Inghilterra (1561-1626) è un ex militare divenuto allevatore di cavalli mentre sua madre Winifred è una donna socievole e colta.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale (1914) la famiglia si trasferisce a Londra. I successivi spostamenti della famiglia dovuti al lavoro del padre condizioneranno molto la sua educazione, incompleta e irregolare, e la sua personalità, chiusa e solitaria.

Durante l’adolescenza riconosce la propria omosessualità e quando la scopre il padre lo caccia di casa e così Bacon va a vivere da solo a Londra e si dedica totalmente ai piaceri della vita.

Francis BaconSuccessivamente vive a Berlino e a Parigi dove inizia a lavorare come arredatore e designer.

Nel 1927 decide di diventare un pittore dopo aver visto una mostra di Picasso alla galleria Rosenberg.

Nel 1928 torna a Londra dove continua a lavorare come arredatore anche se il suo lavoro cade nella più completa indifferenza.

Nel 1934 tiene la prima mostra personale che però si rivela un fallimento e lo porta nuovamente alla decisione di abbandonare la pittura e a distruggere molte sue opere.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale riprende a dedicarsi alla pittura e considera questo momento il vero inizio della sua arte.

Nel 1944 dipinge il trittico Tre studi per figure ai piedi di una Crocifissione che suscita grande impressione.

Tre studi per figure ai piedi di una Crocifissione

Nel 1946 inizia a partecipare a diverse mostre collettive e i quadri di questo periodo sollevano violente ma entusiastiche reazioni. Inizia anche a vendere delle opere e con i soldi guadagnati da sfogo alla sua passione per il gioco a Montecarlo.

A partire dagli anni ’50 inizia a trattare il motivo del papa Innocenzo X di Velazquez, i nudi accovacciati e lavora sui ritratti.

Nel 1954 insieme a Ben Nicholson e Lucian Freud rappresenta la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia. Successivamente esporrà a Londra, al Moma di New York, a Parigi e nel 1958 in Italia.

In tutti questi anni continua a vivere a Londra cambiando studio svariate volte e subisce la perdita di molti amici e persone care.

Negli anni ’60 tiene due importanti personali e una retrospettiva al Guggenheim di New York.

Nel 1963 inizia la relazione con George Dyer che diventerà il soggetto di alcune sue opere.

Nel 1971 alla vigilia dell’inaugurazione di una sua mostra a Parigi, Dyer viene trovato morto nella sua stanza d’albergo.

Nel 1974 inizia la relazione con John Edwards che sarà il suo erede.

Negli anni successivi continua a esporre in tutto il mondo.

Muore a Madrid il 28 aprile 1992 per un attacco di cuore.

Tecnica e Stile

Bacon dipingeva sul lato opposto della tela. Era la sua superficie preferita poiché era arida e poiché il colore non veniva mai del tutto assorbito.

Sebbene utilizzasse pastelli e colori acrilici per lo sfondo, che generalmente è liscio e piatto, per le figure utilizzava colori a olio che si asciugano più lentamente. Ciò gli dava una maggiore flessibilità e la possibilità di cambiare i soggetti proprio mentre stava lavorando.

Bacon applicava il colore con diversi tipi di pennelli e qualche volta a mani nude o con stracci, spugne, pettini o addirittura con maglioni di cashmere.

«Io uso ogni cosa. Uso spazzoloni e scope e qualsiasi cosa di cui penso si siano serviti i pittori»

Parti di alcuni suoi dipinti sono stati fatti con colori spray; a volte Bacon gettava il colore sulla tela a caso o lo mischiava con la peluria del pullover o con la polvere del pavimento del suo studio.

Sono stati anche notati cerchi di colore fatti col tappo dei tubetti da lui utilizzati o col coperchio di un vecchio contenitore di latta.

Nel trittico del 1972 Tre studi di figure a letto, egli usa il coperchio del suo bidone della spazzatura per tracciare le linee a spirale che circondano le due figure che lottano sul letto.

Tre studi di figure a letto

Bacon qui era interessato a due cose: all’interruzione continua del processo di pittura che produce una tensione che altrimenti non ci sarebbe e a un metodo poco ortodosso di lavorare il colore per rendere l’immagine più interessante variandone la composizione e introducendo un elemento in più che genera conflitto visivo.

Quando Sylvester gli domandò perché utilizzasse tanti espedienti egli rispose: «… per interrompere. Metà della mia attività è dedicata a sovvertire quel che so fare con facilità».

Bacon voleva che i suoi dipinti venissero esposti protetti dal vetro sia per proteggerne la superficie, sia per stabilire una certa distanza con l’osservatore.

Il vetro serviva anche ad allontanarlo dal quadro che sennò probabilmente avrebbe tentato di distruggere.

Soprattutto aveva l’effetto di ridurre l’instabilità della struttura della superficie e di dare al lavoro un più forte senso di coerenza.

Probabilmente una peculiarità dello stile di Bacon è la separazione tra figura e sfondo, presente in quasi tutta la sua produzione.

I soggetti umani sono completamente dissociati dal loro ambiente che è nient’altro che un palcoscenico che lascia ai soli attori esprimere l’intrinseca relazione che li lega.

C’è un forte senso di distanza tra i soggetti e il mondo di cui fanno parte.

Il realismo di Bacon consiste proprio nell’esprimere questo sentimento di estraneità.

Tranne che nella serie ispirata a Van Gogh, gli sfondi sono privi di tratti distintivi ma sono neutri e statici mentre le figure sono in uno stato di agitazione perenne; i loro corpi, pieni d’energia nervosa, sono tormentati da spasmi continui di tensione e dolore.

Bacon fu un pittore e nient’altro. Produsse pochi disegni e acquerelli. Non faceva mai bozzetti preparatori temendo che lo avrebbero distratto dall’immediatezza del processo pittorico mentre si fidava completamente dell’ispirazione spontanea e istintiva.

Desiderava che l’immagine lo cogliesse di sorpresa.

Fonti

SubUrbs.it (articolo di TheCaterpillar)

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